PROPOSTA DEL COMITATO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI – SENZA INCENERITORI E’ POSSIBILE FARE ANCHE MEGLIO!!!

Pubblicato: 14/07/2011 in Comitato per la tutela territoriale di Pachino - Documenti
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Questa lettera vuole essere una risposta CONCRETA a chi in modo interessato, ci dipinge come “contestatori” e “qualunquisti”. Non avendo avuto visione o notizia alcuna circa proposte concrete per le questioni ambientali di questo comprensorio, con la presente cerchiamo di stimolare le istituzioni e le crepuscolari forze politiche su rimedi attuabili nel breve e nel lungo periodo.

Uno dei problemi, se non la madre di tutti i problemi riguardo la tematica della tutela ambientale, è il proliferare di DISCARICHE ABUSIVE contenti materiali che attentano non solo alla sanità pubblica ma anche agli innumerevoli insediamenti produttivi. Ricordiamo che Pachino è territorio IGP. La proposta che avanziamo deriva da alcune constatazioni di ordine economico. Per smaltire, ad esempio, un recipiente di cemento-amianto una famiglia spende all’incirca 800-1000 euro. Altrove, dove la civiltà ha trovato un luogo dove operare, mediante LA COSTRUZIONE DI ISOLE ECOLOGICHE, l’ente comune ha preso in carico lo smaltimento di questi rifiuti (che causano il terribile e senza cura mesotelioma pleurico). L’alternativa a questa gestione è sotto gli occhi di qualsiasi pachinese: se andate a dare un’occhiata sopra la vecchia stazione presso la Ex COMEA lungo la strada per Morghella vedrete stazionare lastre di eternit spezzate che disperdono asbesto (principale causa del mesotelioma pleurico). Non si può demandare al privato cittadino la salute del comprensorio. Quindi che l’ente comune si faccia carico di risolvere la questione con le strutture che suggeriamo. Lo stesso vale per tutti quei rifiuti per cui lo smaltimento richiede un esborso economico che non permette un corretto smaltimento, ma un abbandono pericoloso e INCIVILE per il quale il costo pagheremo in termini di costi sociali sia per smaltire i rifiuti sia in termini di prestazioni sanitarie ed ospedaliere.

Parlando di scelte lungimiranti che non sono di casa per questa classe politica, occorre focalizzare un punto preciso: l’implementazione di un ciclo industriale dei rifiuti. Il che non vuol dire parlare genericamente di differenziata ma dotarsi di una serie di infrastrutture e di una organizzazione efficiente. In primis, l’unica raccolta differenziata che da risultati e che “costringe” l’utente a conferire è la cosiddetta raccolta porta a porta. I cassonetti sono il PASSATO. Qualora l’utente abiti in periferia o in zone distanti dal centro abitato, dovrebbe conferire obbligatoriamente nelle ISOLE ECOLOGICHE dove verrà educato dagli operatori e dove verrà costretto a separare i vari materiali.

Tutto questo non può prescindere da due cose: un centro di compostaggio per la frazione umida ed un impianto che ricicli scientemente la frazione secca. Troppo spesso si parla a cuor leggero di inceneritori. Un inceneritore ha un costo di circa 150-200 milioni di euro e necessita di un centro di produzione per CDR (Combustibile da Rifiuti) che genera un altro costo aggiuntivo (tutti pensano che i sacchetti vengano bruciati con di tutto di più all’interno ma non è così!). In più la cenere prodotta dall’incenerizione è da considerarsi RIFIUTO SPECIALE POICHE’ RICCA DI DIOSSINE E DI POLVERI NANO-KILLER CHE NON POSSONO ESSERE PER SUA NATURA FILTRATE. Checché ne dica Vendola, l’inceneritore NON E’ IL FUTURO BENSI’ IL PASSATO. C’è da aggiungere che il territorio non può prevedere una discarica di rifiuti speciali in quanto territorio IGP. Inoltre questo sistema produce uno smaltimento complessivo del 60%. PERCIO’ IL COMITATO INDIVIDUA IL FUTURO NEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO A FREDDO.

In cosa consistono? Consistono nella possibilità di riciclare il 97% dei rifiuti a fronte di un investimento di circa 5 milioni di euro(il costo della discarica dei veleni), con la possibilità di non pagare la TARSU. Laddove è stato utilizzato un sistema di smaltimento del genere (VEDELAGO, PROVINCIA DI TREVISO) si hanno avute positive ricadute sul territorio. Infatti l’impianto rilascia come prodotto finito MATERIA PRIMA SECONDARIA che altro non è che l’ingrediente base della produzione di plastiche da rivestimento per panchine, pavimentazioni e manufatti ad alto potenziale tecnologico.

L’azienda che costruisce l’impianto a fronte della raccolta differenziata NON PRETENDE BALZELLI E TASSE DAI CITTADINI, poiché rivende non solo la materia prima secondaria ma anche tutta la frazione secca che riesce a riciclare. Questo eviterebbe discariche che debbano fare i conti col biogas e il percolato. Su un kg di rifiuti la frazione che va in discarica è TRENTA GRAMMI!

Positiva è anche la ricaduta in termini di indotto, visto che altre aziende aprirebbero a seguito dell’apertura di un centro del genere, senza contare che si implementerebbe un ciclo della plastica che non RICHIEDEREBBE LA COSTANTE RAFFINAZIONE DI PETROLIO.

Speriamo che qualcuno si informi e apra ove possibile (E PRIMA DELLE ELEZIONI E NON DURANTE) un’interlocuzione col COMITATO e se interessati al Trattamento a freddo con la dottoressa Carla Poli, direttrice e fautrice del centro riciclo VEDELAGO che sta aprendo sia in Sardegna che nei pressi di Roma altri stabilimenti del genere.

Noi la nostra parte la facciamo in termini di critica e di proposta.

Ci aspettiamo (ma in effetti mica tanto) che il solito chiacchiericcio e la “tuttologia” ignorante degli amministratori ceda il passo ad una sete di conoscenza e ad un rapporto di vicinanza con quella parte di cittadini che si interessa e si interroga sul proprio futuro di cui la problematica rifiuti è parte fondamentale.

CHE NE PENSATE DEL CENTRO DI VEDELAGO COME SOLUZIONE AL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI: VOTATE IL NOSTRO SONDAGGIO

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